In un’estate particolare come quella nell’anno dell’emergenza Coronavirus, in Sicilia non mancano gli sbarchi di migranti. Arrivi differenti, però. Sulle coste di Lampedusa approdano molti barchini. Niente navi della speranza. Si tratta, spesso, di imbarcazioni prima utilizzate da pescatori e adesso passate in mano a famiglie, anche tunisine, che cercano una vita migliore in Europa. E per conoscere l’attuale scenario che si vive in Tunisia, in diretta su Radio Fantastica, all’interno della rassegna stampa, è intervenuto l’ex presidente della Regione, l’on. Rosario Crocetta, che da anni trascorre periodi della sua vita proprio in Tunisia. «All’inizio – ha dichiarato – qui sono state adottate le stesse misure praticate dall’Italia con la chiusura delle scuole, dei negozi, delle attività. Addirittura con un coprifuoco dalle 18 alle 6 del mattino per impedire la movida dei giovani. Questo ha abbassato notevolmente le possibilità di contagio e ha salvaguardato il Paese che dal 25 maggio ha progressivamente riaperto». A frenare i collegamenti ordinari tra l’Italia e la Tunisia è la quarantena per chi proviene da oltre il Mediterraneo nel Belpaese. Diverso, invece, il discorso delle partenze dei migranti dalle coste. «Il Covid – prosegue – ha messo a dura prova l’economia mondiale. Ha messo in difficoltà la Francia, gli Stati Uniti d’America, la Germania. Il Governo italiano veniva prima criticato per le misure intraprese; poi sono state riconosciute tutte le ragioni e oggi, addirittura, riusciamo a parlare di turismo in una situazione impensabile a marzo, aprile. Eravamo terrorizzati. La Tunisia ha attuato dei provvedimenti in una economia più povera con un blocco, per mesi, delle attività produttive, dei trasporti interni e internazionali, sarti, barbieri, caffé, ristoranti senza solidarietà internazionale. Alla fine in Italia ci sono stati i bonus, il reddito di emergenza, la cassa integrazione, il blocco dei licenziamenti; tutti provvedimenti che in Tunisia non sono stati adottati perché lo Stato tunisino non può permettersi di adottare misure di questo tipo. Questa situazione di difficoltà economica insieme ai problemi politici sta provocando disperazione».
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