Il periodo del lockdown è stato caratterizzato da momenti trascorsi in casa che hanno fatto riaffiorare vecchie passioni e riflessioni. Tra le tante, la distribuzione degli spazi. Improvvisamente i luoghi pubblici sono “spariti” per fare tornare al centro dell’attenzione le abitazioni. In molti hanno dovuto fare i conti con spazi contenuti, per fare convivere le esigenze di tutti contemporaneamente. Situazione diversa, invece, per coloro che vivono in contesti di provincia o in campagna. «La casa sta cambiando – ha dichiarato l’architetto Giuseppe Scannella all’interno della rassegna stampa su Radio Fantastica – e ha portato il mondo dell’edilizia a produrre abitazioni sempre più piccole perché buona parte della vita si svolgeva fuori, tra un pranzo e l’altro. Adesso, dopo che con il lockdown abbiamo passato più tempo in casa, è stata riscoperta la necessità di spazi anche personali». Il lavoro dalla scrivania ha ridisegnato le abitudini domestiche anche perché bisognava fare i conti con una convivenza lunga e forzata. «La necessità dello smartworking, con le famiglie costrette a lavorare da casa – prosegue – richiede che ci siano degli spazi per ognuno, specie se sono presenti bambini che possono circolare. Per tale ragione la casa avrà sicuramente un mercato immobiliare» differente rispetto a prima. Ambienti un tempo centrali, ma poi messi in secondo piano, fanno nuovamente irruzione. Ed è così che la possibilità di godere di una ampia cucina ma soprattutto di spazi esterni attrezzati rappresentano la differenza. Non solo servizi e vita cittadina, dunque. Il quotidiano passa per le comodità domestiche, i contatti e le relazioni vicine a portata di pedone.
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