“Fateci lavorare in sicurezza.” E’ questo il grido lanciato dal Collegio Regionale Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia. L’Etna e lo Stromboli sono tra i vulcani più attivi nel mondo e sono moltissimi i turisti e gli appassionati che ogni anno decidono di scalarli e di vivere un’esperienza unica. Figura fondamentale di questo viaggio sono le Guide, professionisti appositamente formati ed abilitati per accompagnare le persone in ascensioni ed escursioni in aree vulcaniche e su vulcani attivi. Da quasi un anno, a causa dei diversi bollettini emessi da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania e dall’Università degli studi di Firenze, la fruizione delle zone sommitali dell’Etna è quasi impossibile. Da settembre 2019 è possibile raggiungere la quota di circa 2900 metri, indicativamente al di sotto della pista di servizio. Le guide, che sono anche abilitate a valutare e gestire i rischi connessi all’ambiente in cui operano e garantire l’incolumità degli utenti, si trovano anche a fare i conti con le diverse ordinanze sindacali emesse dai primi cittadini dei numerosi comuni su cui insiste il territorio sommitale del vulcano. La mancanza di coordinamento tra i vari attori coinvolti che faccia emergere un’unica valutazione complicano una situazione diventata ormai insostenibile che, soprattutto nel particolare periodo storico che stiamo vivendo, arreca ancora più danno al turismo, settore che stenta ancora a decollare a causa dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Situazione analoga si vive sullo Stromboli. Dal 3 luglio 2019 la fruizione del vulcano al di sopra della quota 290 metri è vietata. A quell’altezza la funzione della guida è molto sminuita e la sua presenza, in alcuni casi, potrebbe essere anche inutile. Proprio per questo il Collegio ha deciso di bloccare tutte le escursioni a partire da domani. Un decisione sicuramente presa non a cuor leggero, ma che vuole dare un segnale forte. Sono diverse le proposte che il Collegio da tempo ha sottoposto alla valutazione dell’Assessorato al Turismo ed al Dipartimento Regionale della Protezione Civile per rilanciare il turismo sui vulcani siciliani e per permettere alla guide di lavorare in piena sicurezza. Si chiede, innanzitutto, un coordinamento delle ordinanze sindacali emesse dai Comuni etnei al fine di eliminare le attuali discordanze, ma anche una maggiore conformità nelle valutazione della pericolosità emesse dell’INGV e dell’Università di Firenze. Il Collegio chiede anche che le limitazioni previste nelle ordinanze non valgano per le guide alpine e vulcanologiche nell’esercizio della propria professione. Altro punto da non sottovalutare è la mancanza di controlli dalla parte degli organi preposti. Sono numerosi i casi di turisti che decidono di oltrepassare la zona consentita e di visitare i vulcani da soli, senza il prezioso aiuto della guida. In tutto questo marasma, tra ordinanze della Protezione Civile e dei Sindaci, bollettini dell’INGV e dell’Università di Firenze, si inserisce il Parco dell’Etna. “Non abbiamo ancora incontrato i nuovi responsabili del Parco – ha dichiarato Cesare Cesa Bianchi, presidente del Collegio – ma speriamo di farlo presto, e di sederci tutti attorno ad un tavolo per mettere nero su bianco le nostre idee.” Intanto le Guide aspettano e, durante la loro attesa, continuano a regalare emozioni e a far vivere ai turisti che arrivano da ogni parte del globo una delle esperienze più belle del mondo: conquistare un vulcano.